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“Locali medici” secondo la nuova V2 alla Norma CEI 64-8

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Locali medici” è il nuovo titolo della sezione 710 della Norma CEI 64-8. La nuova dicitura, che sostituisce la vecchia “locali ad uso medico“, è stata introdotta dalla Variante V2 alla 64-8 (fascicolo 14291) pubblicata dal CEI, Comitato Elettrotecnico Italiano ad agosto e disponibile su cei webstore da alcuni giorni. Queste le principali novità:

Campo di applicazione
Le prescrizioni particolari della presente Sezione si applicano agli impianti elettrici nei locali medici, in modo da garantire la sicurezza dei pazienti e del personale medico (L’articolo 710.1.1 può essere richiamato per introdurre le sanzioni previste dall’art. 81 del DLgs 81/08 “Requisiti di sicurezza”). Queste prescrizioni si riferiscono principalmente ad ospedali, a cliniche private, a studi medici e dentistici, a locali ad uso estetico ed a locali dedicati ad uso medico nei luoghi di lavoro.
Viene chiarito in nota che i requisiti della nuova Sezione riguardano, per esempio, le installazioni elettriche in locali ad uso medico di: ospedali e cliniche (incluso quelle temporanee e di emergenza); locali dedicati all’interno di case di cura e case per persone anziane, dove i pazienti sono sottoposti a cure mediche; centri medici, ambulatoriali, pronto soccorso e altre tipologie di ambulatori (nelle industrie, impianti sportivi o altri).

Definizioni
Sono state aggiunte o modificate alcune definizioni, nessuna grossa novità, ma alcune a nostro parere sono destinate ad alimentare il dibattito, che presentiamo in seguito (in barrato le definizioni della 64-8 2012, in verde le definizioni modificate dalla V2, in blu le definizioni introdotte dalla Variante. La numerazione è quella del nuovo documento.):

710.2.2 Paziente (modificata)
Persona o animale sottoposta ad esame o trattamento medico, incluso quello dentistico. (Norma CEI 62-5).

Essere vivente (persona o animale) sottoposto a procedura medica, chirurgica o dentistica. NOTA La persona sottoposta a trattamento estetico è da considerare, per quanto riguarda la presente norma, come un paziente.

710.2.3 Apparecchio elettromedicale (modificata)
Apparecchio elettrico, munito di non più di una connessione ad una particolare rete di alimentazione, destinato alla diagnosi, al trattamento o alla sorveglianza del paziente sotto la supervisione di un medico, e che entra in contatto fisico od elettrico col paziente e/o trasferisce energia verso o dal paziente e/o rivela un determinato trasferimento di energia verso o dal paziente. L’apparecchio comprende quegli accessori, definiti dal costruttore, che sono necessari per permettere l’uso normale dell’apparecchio. (Norma CEI 62-5).

Apparecchio elettrico, dotato di una parte applicata o che trasferisce energia verso il o dal paziente, o rileva tale trasferimento di energia verso il o dal paziente e che è 
a) dotato di non più di una connessione ad una particolare alimentazione di rete; e
b) previsto dal suo fabbricante per essere impiegato nella diagnosi, trattamento o monitoraggio di un paziente oppure per compensare, lenire una malattia, le lesioni o menomazioni.
L’apparecchio elettromedicale include gli accessori definiti dal fabbricante come necessari all’uso normale dell’apparecchio elettromedicale.

710.2.4 Parte applicata (modificata)
Una parte dell’apparecchio che nell’uso normale: viene necessariamente in contatto fisico con il paziente perché l’apparecchio possa svolgere la sua funzione; oppure può essere portata a contatto con il paziente; oppure necessita di essere toccata dal paziente. (Norma CEI 62-5)

Parte di un apparecchio elettromedicale che nell’uso normale viene necessariamente in contatto fisico con il paziente affinché l’apparecchio elettromedicale o il sistema elettromedicale possa svolgere la sua funzione.

710.2.5 .6 .7 gruppi 0, 1 e 2 (modificate)
gruppo 0
Locale ad uso medico nel quale non si utilizzano apparecchi elettromedicali con parti applicate.

Locale medico nel quale non si utilizzano apparecchi elettromedicali con parti applicate e dove la discontinuità (il guasto) dell’alimentazione non può causare rischio per la vita del paziente.

gruppo 1
Locale ad uso medico nel quale le parti applicate sono destinate ad essere utilizzate nel modo seguente: esternamente, o invasivamente entro qualsiasi parte del corpo, ad eccezione della zona cardiaca.

Locale medico dove la discontinuità (il guasto) dell’alimentazione non può causare rischio per la vita del paziente e nel quale le parti applicate sono destinate ad essere utilizzate nel modo seguente:
– esternamente,
– invasivamente entro qualsiasi parte del corpo, ad eccezione di quelle specificate per il gruppo 2.

gruppo 2
Locale ad uso medico nel quale le parti applicate sono destinate ad essere utilizzate in applicazioni quali interventi intracardiaci, operazioni chirurgiche, o il paziente è sottoposto a trattamenti vitali dove la mancanza dell’alimentazione può comportare pericolo per la vita. 

Locale medico nel quale le parti applicate sono destinate ad essere utilizzate in applicazioni quali:
– interventi intracardiaci,
– operazioni chirurgiche,
– trattamenti vitali dove la mancanza dell’alimentazione può comportare pericolo per la vita.

710.2.8 Sistema elettromedicale (nuova)
Combinazione, specificata dal fabbricante, di più apparecchi, almeno uno dei quali deve essere un apparecchio elettromedicale e interconnessi mediante una connessione funzionale o mediante una presa multipla. Un sistema include quegli accessori che sono necessari per la funzionalità del sistema e che sono specificati dal costruttore.

710.2.9 Zona paziente (modificata)
Qualsiasi volume in cui un paziente con parti applicate può venire in contatto intenzionale, o non intenzionale, con altri apparecchi elettromedicali o sistemi elettromedicali o con masse  estranee o con altre persone in contatto con tali elementi.

Qualsiasi volume in cui un paziente con parti applicate può venire in contatto intenzionale, o non intenzionale, con altri apparecchi elettromedicali o sistemi elettromedicali o con masse e masse estranee o con altre persone in contatto con tali elementi.

confronto zona pazienteFigura 1 – Il confronto tra zona paziente prima della V2, e quella nuova (a destra). In virtù delle note al documento definitivo (“Le dimensioni nella figura mostrano la minima estensione della zona pazienta nel caso di ambiente libero da ostacoli. Si raccomanda che la zona paziente sia comunque considerata con un’altezza non superiore a 2,5 m dal piano di calpestio“), non si segnalano novità sostanziali (avevamo raccolto i vostri dubbi QUI).

Classificazione dei locali
Alcune modifiche formali per la classificazione dei locali: La classificazione dei locali medici e l’individuazione della zona paziente devono essere fatte dal personale medico in accordo con il personale responsabile per la sicurezza sanitariaPer determinare la classificazione di uno specifico locale medico, è necessario che il personale medico indichi quali trattamenti medici debbano essere effettuati entro tale locale. La corretta classificazione del locale deve essere determinata sulla base dell’uso al quale esso è destinato. La classificazione proposta dalla V2 riprende la classificazione delle precedenti edizioni della Norma CEI 64-8. 

Verifiche
Alcune interessanti nuvità riguardano la periodicità dei controlli e la modalità di misura della resistenza dei conduttori e delle connessioni verso il nodo equipotenziale nei locali di gruppo 2:

710.413.1.2.2.2 Resistenza dei conduttori (modificato)
Nei locali ad uso medico di gruppo 2 la resistenza dei conduttori e delle connessioni, fra il nodo equipotenziale e i morsetti previsti per il conduttore di protezione delle prese a spina e degli apparecchi utilizzatori fissi o per qualsiasi massa estranea, non deve superare 0,2 ohm. La misura deve essere effettuata in c.a. o in c.c. con una tensione a vuoto da 4 a 24 V e una corrente di almeno 10 A.

Nei locali medici di gruppo 2, la resistenza dei conduttori e delle connessioni, fra il nodo equipotenziale e i morsetti previsti per il conduttore di protezione delle prese a spina e degli apparecchi utilizzatori fissi o per qualsiasi massa estranea, non deve superare 0,2 ohm (nota: Non è necessario utilizzare uno strumento 24V- 10 A).

Devono essere effettuate le seguenti verifiche periodiche nei seguenti intervalli di tempo indicati:
a) prova funzionale dei dispositivi di controllo dell’isolamento: sei mesi un anno;
b) controllo, mediante esame a vista, delle tarature dei dispositivi di protezione regolabili: un anno;
c) verifica del collegamento equipotenziale supplementare (locali gruppo 1 e 2): tre anni due anni;
d) prova funzionale dell’alimentazione dei servizi di sicurezza con motori a combustione:
– prova a vuoto: un mese;
– prova a carico per almeno 30 min: quattro mesi;
e) prova funzionale dell’alimentazione dei servizi di sicurezza a batteria secondo le istruzioni del costruttore: sei mesi;
f) prova dell’intervento, con Idn, degli interruttori differenziali: un anno.

periodicita controlli locali mediciTabella 1 – Confronto tra le periodicità richiesta dalla Norma CEI 64-4 (1990), dalla Norma CEI 64-8 (2012) e dalla Variante V2 (2015).

Alimentazione dei locali di gruppo 2
L’articolo 710.512.1.102 prescrive che un singolo guasto dell’alimentazione principale non deve provocare la messa fuori servizio di tutte le utenze dei locali di gruppo 2. Indipendentemente dal mantenimento del sistema IT-M e della selettività totale dei dispositivi di protezione, si può adottare una delle seguenti opzioni: due linee di alimentazioni indipendenti (vedere 710.536); struttura ad anello in grado di fungere da riserva dell’alimentazione principale; una unità di alimentazione addizionale locale; una unità di alimentazione addizionale per diversi locali di gruppo 2; altre misure tecniche in grado di assicurare la continuità della alimentazione con uguale efficacia.

Schemi e documentazione
Viene esteso e arricchito l’articolo 710.514.5, specificando quale documentazione deve essere prodotta: devono essere forniti al committente documenti di disposizione topografica dell’impianto elettrico, unitamente a rapporti, disegni, schemi e relative modifiche, così come istruzioni per l’esercizio e la manutenzione.
In particolare i documenti sono:
– schema di insieme unifilare che mostra il sistema di distribuzione dell’alimentazione ordinaria e il sistema di alimentazione dei sistemi di sicurezza. Questi schemi devono contenere informazioni relative alla localizzazione dei quadri di distribuzione all’interno dell’edificio;
– schema a blocchi del quadro di distribuzione principale e secondario che indichi in modo unifilare i dispositivi di protezione, di comando e dei quadri di distribuzione;
– disegno dell’edificio;
– schema dei controlli;
– verifica della conformità ai requisiti della Norma;
– lista dei carichi collegati permanentemente al sistema di alimentazione dei servizi di sicurezza che indichino la corrente ordinaria e, in caso di motori, la corrente di spunto;
– descrizione funzionale delle operazioni dei servizi di sicurezza e del sistema di alimentazione dei servizi di sicurezza.

Esempi di verifiche mediante calcoli sono:
– coordinamento dell’interruzione automatica dell’alimentazione mediante dispositivi di protezione connessi direttamente all’alimentazione in condizioni di corto circuito;
– calcolo e verifica particolarmente importante per sorgenti elettroniche (inverter).

Devono essere fornite all’utilizzatore le istruzioni per l’esercizio e la manutenzione. I documenti specifici sono:  istruzioni per l’esercizio, la verifica, prova e manutenzione delle batterie di accumulatori e delle sorgenti di alimentazione per i servizi di sicurezza; un registro contenente la registrazione di tutte le prove e gli esami a vista che è richiesto siano da completare prima della consegna dell’impianto; informazioni relative agli esami a vista.

Altre aggiunte
All’art. 710.411.1 viene esplicitato che nei locali medici di gruppo 2 l’uso di circuiti FELV non è permesso.
Si segnala il nuovo articolo 710.510.101 Quadri di distribuzione “I quadri di distribuzione devono essere conformi alla serie di Norme CEI EN 61439 o alla Norma CEI 23-51. I quadri di distribuzione destinati ai locali di gruppo 2 devono essere installati nelle immediate vicinanze dei locali di gruppo 2 e devono essere chiaramente identificabili”.
L’articolo 710.512.1.1 Trasformatori d’isolamento per uso medicale raccomanda fortemente una distanza massima per esempio di 30 m tra i terminali di uscita del trasformatore e i carichi utilizzatori.
 


Misura della resistenza dei conduttori di protezione PE – EQP – EQS (R< 0,2 ohm)

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~DAlla luce della variante V2 (anno 2015) della norma CEI 64-8 relativamente alla sezione 710 (locali medici) si chiede al fine di misurare la resistenza dei conduttori indicati in oggetto, quale deve essere la corrente di prove Ip e la relativa tensione in cc / c.a.

Santo via form

~RPuò effettuare la misura con un normale strumento multifunzione in grado di erogare almeno 0,2 A con una tensione a vuoto compresa tra 4 V e 24 V in c.c. o in c.a (guida CEI 64-14) anche nei locali di gruppo 2. Dalla pubblicazione della V2 (fascicolo 14291) non è più necessario ricorrere ad uno strumento 24V – 10 A.

Testo della nuova V2

710.413.1.2.2.2 Resistenza dei conduttori
Nei locali medici di gruppo 2, la resistenza dei conduttori e delle connessioni, fra il nodo equipotenziale e i morsetti previsti per il conduttore di protezione delle prese a spina e degli apparecchi utilizzatori fissi o per qualsiasi massa estranea, non deve superare 0,2 ohm.

Commento:

710.413.1.2.2.2 Resistenza dei conduttori
Non è necessario utilizzare uno strumento 24V- 10 A.

Variante V2 alla 64-8: 10 A per le prove di continuità in sala operatoria

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~DSi puo’ avere la conferma che non è piu’ indispensabile la misura nei locali ad uso medico con strumento da 10 ampere? si puo’ avere il riferimento preciso di norma o variante che sia? grazie e complimenti per il sito, sempre aggiornato e secondo parere mio l’iniziativa più notevole nel settore da ormai molto tempo.

Thomas E. via form

~RConfermo (Il commento all’articolo 710.413.1.2.2.2 Resistenza dei conduttori lo dice espressamente: Non è necessario utilizzare uno strumento 24V- 10 A) e ringrazio per i complimenti. Per tutti gli approfondimenti rimando all’articolo “Locali medici” secondo la nuova V2 alla Norma CEI 64-8.

Da “locali ad uso medico” a “locali medici”: perchè?

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~DNella variante V2 alla 64-8 (l’ultima pubblicata, qualche mese fa) la sezione 710 è stata rinnovata e modificata in alcune parti. La più palese è il titolo. Si chiama ora “locali medici”. E’ solo per motivi “grammaticali”, o ha un significato diverso? Ricordo che se ne è parlato ad un convegno CEI al quale ero presente, ma non ricordo di preciso cosa si era detto.

mail firmata

~RLo abbiamo chiesto direttamente a Salvatore Campobello, esperto CEI e membro del CT64 (può vedere l’intervista qui sotto N.d.R.). La vecchia edizione della Norma CEI 64-8 parlava di impianti elettrici in “locali adibiti ad uso medico“, ora la dicitura è stata sostituita in “locali medici“. Con questo nuovo titolo si vuole enfatizzare il fatto che per locali medici si intendono locali “istituzionalmente dedicati all’attività medica”, dal dentista, agli ambulatori, all’ospedale: ambienti realizzati appositamente per svolgere attività medica. Il vecchio titolo poteva essere fuorviante, e la nuova dicitura intende sottolineare la separazione fra locali medici in senso stretto e locali in cui ci possono occasionalmente essere attività di tipo medico (un’abitazione privata dove si svolge la dialisi domicilare o il parto casalingo), ma non per questo possono essere definiti locali medici.

Negozio di ottica: locale medico? E’ obbligatoria la denuncia? E le verifiche?

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~DIl negozio di ottica con relativo locale provvisto di apparecchiature di controllo “non invasivo”, è da considerarsi “ambiente ad uso medico”? Se non vi sono dipendenti a carico del titolare dell’attività, si è tenuti alla denuncia dell’impianto di terra e quindi alla relativa verifica periodica?

Adone Gentilin via form

~RLa valutazione del rischio (ovviamente a carico e sotto la responsabilità del datore di lavoro o comunque del titolare dell’attività) alla base della classificazione dei locali (medici o no) dipende dalla presenza o meno di apparecchi elettromedicali. Se non sono presenti apparecchi elettromedicali l’ambiente può essere considerato ordinario.
Se non ci sono lavoratori dipendenti (o assimilati come soci lavoratori, coadiuvanti, stagisti ecc.) non è richiesta la denuncia dell’impianto e non sono richieste le verifiche periodiche di cui al DPR 462/01.

Impianti classificati secondo 64-4: sono considerati ancora “a regola d’arte”?

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~DGli impianti classificati e realizzati secondo norma CEI 64-4 e tuttora utilizzati e mantenuti secondo le norme di buona tecnica possono ancora essere considerati ”a regola d’arte”. Come ci si deve comportare in caso di verifica (es. DPR 462/01)?

Silvano Toniolo via form

~RLe Norme CEI si applicano per la progettazione e realizzazione degli impianti di nuova realizzazione alla data di entrata in vigore delle stesse, gli impianti realizzati con norme precedenti devono essere verificati secondo le norme dell’epoca di realizzazione. Nel caso specifico della nuova sezione 710 della Norma CEI 64-8, relativa agli ambienti medici, ai fini della protezione contro i contatti indiretti, oggetto della verifica ai sensi del DPR 462/01, introduce, rispetto alla vecchia Norma CEI 64-4:
- una diversa classificazione dei locali (Gruppi 0-1-2 ) che a differenza del passato richiedono che al nodo siano collegate sia le masse che le masse estranee;
- la necessita di interruttori differenziali di tipo A dove sia previsto l’uso di apparecchi elettromedicali che possono generare correnti verso terra di tipo pulsante/unidirezionale.
Tali modifiche sono richieste solo in caso di interventi di adeguamento/modifica e comunque a seguito di un aggiornamento della valutazione del rischio elettrico.

Ha risposto per NT24:
Per. Ind. Giampiero Bonardi

Coordinamento delle protezioni: locali medici

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~D L’ispettore dell’ASL contesta il seguente impianto a servizio di uno studio medico: impianto in unità abitativa in contesto di condominio, interruttore differenziale da 500 mA a protezione del montante (tra l’altro senza masse cavo fg7), partenze nel quadro di piano tutte protette da interruttori differenziali da 30 mA (tipo A). Resistenza di terra misurata 65 ohm (confermata con multifunzione con metodo della caduta di tensione). La contestazione è per il mancato coordinamento per le protezioni secondo la regola (RE x IDN < 25 V locali medici). La Vostra opinione?

Paolo Pignatti via form

~RStando così le cose l’impianto descritto “va bene”. I differenziali da 30 mA risultano ampiamente coordinati con il valore della resistenza di terra misurato. Poco importa ai fini del coordinamento la taratura del differenziale generale a protezione del montante (ambiente ordinario ai fini del coordinamento). Anche perché se come dice Lei non ci sono masse l’interruttore differenziale non serve e quindi potrebbe addirittura non esserci.

Lampade “con facile accesso alle parti attive”

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~DMi chiedo se alcune lampade a muro del tipo applique con vetro curvo da installare in ambiente ospedaliero e poste a “portata di mano”, possono avere caratteristiche meccaniche che permettono con semplicità lo scorrimento del vetro di protezione senza alcun fermo meccanico. Tale semplice manovra, potrebbe fornire successivamente accesso alle parti in tensione. Mi viene riferito che tale manovra di scorrimento del vetro, potrebbe configurarsi come dolosità del gesto. Faccio presente che tali lampade non recano il marchio IMQ ma solo quello CE originale.

D. via form

~RIn linea del tutto generale (ovviamente servirebbero maggiori elementi per una risposta puntuale): mentre la marcatura CE è obbligatoria per tutte le apparecchiature BT messe in commercio dal primo gennaio 1997, il marchio IMQ è facoltativo. La responsabilità della scelta del tipo di lampada, ai fini della sicurezza (e quindi anche della protezione dei contatti diretti), spetta al datore di lavoro, ovvero al responsabile sanitario coadiuvato dall’ufficio tecnico.
E’ evidente che, se come dice, e indipendentemente dalla dolosità del gesto, l’installazione di una lampada a portata di mano (a maggior ragione se in un luogo aperto al pubblico come un ambiente ospedaliero), con così facile accesso alle parti attive, non sembra una scelta particolarmente azzeccata.

Ulteriore richiesta da parte dell’utente:

~DRingraziando sentitamente per la risposta, ero a conoscenza del dettaglio tecnico afferente alle “marchiature”.
Diversamente, cercavo maggiori dettagli tecnici o suggerimenti, afferenti a normative (vedi direttiva macchine o similare), al fine di valutare la rispondenza di sicurezza di tali apparecchiature.
Ringraziando nuovamente, porgo distinti saluti.

~RAgli apparecchi di illuminazione come prodotti elettrotecnici si applica la norma CEI EN 60598-1 (Classificazione CEI 34-21) edita nell’aprile 2015 “Apparecchi di illuminazione Parte 1: Prescrizioni generali e prove“.
Le prescrizioni e le relative prove riguardano: la classificazione, la marcatura, la costruzione meccanica, elettrica e la sicurezza fotobiologica. La Norma in oggetto sostituisce completamente la Norma CEI EN 60598-1:2009-08, che rimane applicabile fino al 20-10-2017. In estrema sintesi delle 207 pagine costituenti la norma citata, riportiamo l’art. 8.2.1 relativo alla protezione contro la scossa elettrica.

8.2 Protezione contro la scossa elettrica
8.2.1 Gli apparecchi devono essere costruiti in modo che le loro parti in tensione non siano accessibili quando l’apparecchio è stato installato e cablato come nell’uso normale, e quando viene necessariamente aperto per la sostituzione di sorgenti luminose sostituibili o gli starter (sostituibili), anche se tali operazioni non possono essere effettuate manualmente. Le parti provviste di isolamento principale non devono essere utilizzate sulla superficie esterna dell’apparecchio senza fornire un’adeguata protezione contro il contatto accidentale.

NOTA 1 Esempi di parti provviste di isolamento principale sono i cavi destinati al cablaggio interno, i dispositivi di
alimentazione da incorporare, ecc.

Quando su una sorgente luminosa non sostituibile dall’utilizzatore è applicato un coperchio di protezione conforme a 4.30, questo, durante le prove e le ispezioni indicate nella presente Sezione, non deve essere rimosso.

Non è ammesso l’accesso alle parti in tensione con il dito di prova normalizzato, una volta che l’apparecchio sia stato installato e/o assemblato per l’uso normale e, inoltre, nelle stesse condizioni:
– per apparecchi mobili, settabili e regolabili, non è ammesso alcun accesso alle parti con isolamento principale con il dito di prova normalizzato, e
– per altri tipi di apparecchi, non è ammesso alcun accesso alle parti con isolamento principale dall’esterno dell’apparecchio, utilizzando un calibro di Ø 50 mm conforme alla Figura 1 della IEC 61032:1997.

Se gli apparecchi installati posseggono la marcatura CE l’utilizzatore può richiedere al produttore copia del fascicolo tecnico del prodotto e contezza dell’esecuzione delle prove riferite ai requisiti di superamento delle stesse di cui alla citata norma o altra di paese comunitario o di riferimento internazionale (IEC).

Con riferimento agli aspetti installativi, in quanto gli apparecchi di illuminazione sono considerati parte dell’impianto elettrico in quanto alimentati da specifico collegamento a loro dedicato, si applica la norma impianti (CEI 64-8/4) dove il grado di protezione è disciplinato dall’art. 412.2.1.
Le parti attive devono essere poste entro involucri o dietro barriere tali da assicurare almeno il grado di protezione IPXXB; si possono avere tuttavia aperture più grandi durante la sostituzione di parti, come nel caso di alcuni portalampade o fusibili, o quando esse siano necessarie per permettere il corretto funzionamento di componenti elettrici in accordo con le prescrizioni delle relative Norme. Le aperture devono essere piccole, compatibilmente con le prescrizioni per il corretto funzionamento e per la sostituzione di una parte.

con il relativo Commento:

412.2.1 Nel caso di portalampade o di fusibili sono ammesse, in accordo con le relative Norme, aperture più grandi di quelle necessarie per rispettare il grado di protezione IPXXB solo quando, rispettivamente, la lampada o l’elemento fusibile siano stati tolti.

Pertanto si tratta di comprendere se, per l’apparecchio in oggetto, la parte in tensione è costituita dal portalampade o da altro componente interno al corpo dell’apparecchio.


Locali medici: caratteristiche del nodo equipotenziale

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~DApprofitto della Vostra competenza, complimentandomi per l’utile servizio offerto, chiedendovi quanto segue: ho rilevato che nella quasi totalità dei locali di gruppo 1 e 2 in un ospedale il nodo equipotenziale (sub-nodo) dei gas medicali è realizzato con un morsetto a cappellotto, oppure i conduttori sono direttamente crimpati insieme al conduttore equipotenziale che arriva dal nodo equipotenziale principale del locale. Di solito, almeno secondo la mia esperienza, i nodi vengono realizzati con barre in rame o con appositi componenti. La realizzazione che ho descritto è a norma? Qualora non lo fosse, è possibile soprassedere dato che si tratta solo dei gas (3 o 4 conduttori per volta)?

William Cavalli  via form

~RLa soluzione da Lei descritta non è conforme a quanto richiesto dalla Norma CEI 64-8 sez. 710:            

710.413.1.2.2.4 Posizionamento del nodo equipotenziale
Il nodo equipotenziale deve essere posto entro o vicino al locale medico e deve essere collegato al conduttore principale di protezione, con un conduttore di sezione almeno equivalente a quella del conduttore di sezione più elevata collegato al nodo stesso. Le connessioni devono essere disposte in modo che esse siano chiaramente identificabili ed accessibili e in grado di essere scollegate individualmente.

La connessione che ha rilevato non consente di scollegare individualmente le connessioni, per cui va sostituita con una apposita morsettiera. Nessuno “sconto” anche se si tratta di un subnodo con poche connessioni.

Classificazione delle camere di degenza: locali medici di gruppo 1?

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~D

La definizione di “locale ad uso medico” presente nel campo di applicazione dell’art. 710.1.1 della Norma CEI 64-8 può ricomprendere anche i locali con possibile presenza di elettromedicali (tra cui le camere di degenza), destinati agli ospiti, di una casa di riposo?

Paolo Valdisolo via form

~RIl paragrafo 710.1.1 “campo di applicazione” della sezione 710 “locali medici” della Norma CEI 64-8  è stato modificato dalla variante V2 pubblicata nel corso del 2015, ed è questo:

710.1.1 Campo di applicazione
Le prescrizioni particolari della presente Sezione si applicano agli impianti elettrici nei locali medici, in modo da garantire la sicurezza dei pazienti e del personale medico. Queste prescrizioni si riferiscono principalmente ad ospedali, a cliniche private, a studi medici e dentistici, a locali ad uso estetico ed a locali dedicati ad uso medico nei luoghi di lavoro.
Le prescrizioni di questa Sezione si applicano anche agli impianti elettrici in ambienti destinati a ricerche in campo medico.

NOTA 1 Potrebbe essere necessario modificare l’impianto elettrico esistente, in accordo con la presente norma, quando avvenga un cambiamento di utilizzo del locale. In particolare deve essere prestata attenzione quando siano previsti procedimenti intracardiaci.
NOTA 2 In quanto applicabile, la presente Sezione può essere usata anche per cliniche e ambulatori veterinari. Le prescrizioni di questa Sezione non si applicano agli apparecchi elettromedicali (ME).
NOTA 3 Per gli apparecchi e i sistemi elettromedicali, vedere la serie di Norme CEI EN 60601.
NOTA 4 I requisiti di questa Sezione riguardano, per esempio, le installazioni elettriche in locali ad uso medico di:
- ospedali e cliniche (incluso quelle temporanee e di emergenza);
- locali dedicati all’interno di case di cura e case per persone anziane, dove i pazienti sono sottoposti a cure mediche;
- centri medici, ambulatoriali, pronto soccorso;
- altre tipologie di ambulatori (nelle industrie, impianti sportivi o altri).
NOTA 5 L’applicazione dei requisiti di questa Sezione non esclude l’obbligo di rispettare altri regolamenti e leggi nazionali.

La classificazione dei locali all’interno della struttura (ambienti ordinari, gruppo 0,1 o 2) deve essere eseguita tenendo conto delle attività che si svolgono al suo interno e delle esigenze dell’ospite/paziente: il campo di applicazione della Sezione 710 può certamente comprendere le camere di degenza (l’allegato B della sezione “Esempi di classificazione dei locali ad uso medico” suggerisce di classificare come gruppo 1 le camere o gruppi di camere adibite ad uso medico nelle quali i pazienti sono alloggiati per la durata del loro soggiorno in un ospedale o in un altro ambiente ad uso medico), ma non è possibile generalizzare: occorre un’attenta e puntuale valutazione del rischio.

Manutenzione elettrica nei locali medici

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~DBuongiorno NT24. La mia azienda intende partecipare ad una gara per le verifiche di manutenzione di *** (struttura ospedaliera N.d.R.), ma il capitolato non è particolarmente chiaro riguardo alle attività da svolgere. Ho rilevato i seguenti punti “anomali”:
1. Nel documento vengono richieste tutte le attività previste dalla pertinente normativa tecnica: in pratica si deve fare riferimento alla sezione 710 della 64-8?
2. Durante il sopralluogo ci è venuto un dubbio: la prova strumentale dei differenziali con cadenza annuale è richiesta solo per i locali dove si svolge l’attività medico/chirurgica o per tutta la struttura?
Nella speranza di avere quanto prima il vostro parere ringrazio e porgo distinti saluti alla redazione.

Anonimo via form

~RE’ indispensabile per voi chiarire con il committente i limiti della gara d’appalto e formalizzare prima dell’offerta quali attività sono richieste nell’interesse di tutti.
1.La sezione 710 (in particolare l’art. 710.62 “Verifiche periodiche”), recentemente aggiornata dalla Variante V2 alla 64-8 dell’agosto 2015, individua le attività da svolgere per i locali medici in aggiunta a quelle prescritte dal Capitolo 62 della Norma CEI 64-8:

Devono essere effettuate le seguenti verifiche periodiche nei seguenti intervalli di tempo indicati:
a) prova funzionale dei dispositivi di controllo dell’isolamento: un anno;
b) controllo, mediante esame a vista, delle tarature dei dispositivi di protezione regolabili: un anno;
c) verifica del collegamento equipotenziale supplementare (locali gruppo 1 e 2): due anni;
d) prova funzionale dell’alimentazione dei servizi di sicurezza con motori a combustione:
– prova a vuoto: un mese;
– prova a carico per almeno 30 min: quattro mesi;
e) prova funzionale dell’alimentazione dei servizi di sicurezza a batteria secondo le istruzioni del costruttore: sei mesi;
f) prova dell’intervento, con Idn, degli interruttori differenziali: un anno.

La periodicità delle verifiche degli impianti nei locali medici è fissata dal paragrafo 710.62, mentre la periodicità delle verifiche negli ambienti non classificati deriva dalla valutazione del rischio del datore di lavoro (responsabile sanitario) e vi deve essere comunicata per definire al meglio la vostra offerta.

2. La prova strumentale dell’intervento degli interruttori differenziali riguarda solo i dispositivi installati a protezione di circuiti che alimentano gli impianti nei locali di gruppo 1 e 2. Gli altri possono essere provati con la periodicità definita in base alla valutazione del rischio (che spetta l datore di lavoro / responsabile sanitario).

Per verbalizzare i controlli NT24 ha realizzato un registro dei controlli di manutenzione per locali medici, disponibile nel bookshop del sito.

Misure degli equipotenziali nei locali di gruppo 2

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~DBuongiorno,
vorrei sapere se è corretto effettuare le misure del conduttore equipotenziale supplementare e del pe nei locali gruppo 2 con l’impianto nelle ordinarie condizioni, oppure se si deve disconnettere ogni singolo conduttore e fare la misura singolarmente. Inoltre vorrei un parere circa la opportunità di utilizzo dei 10 A, che a quanto risulta non è piu obbligatoria, ma a mio modesto parere necessaria per ripetibilità della misura.

TE via form

~RPuò tranquillamente eseguire la misura con l’impianto nelle ordinarie condizioni di utilizzo, ovvero senza disconnettere ogni singolo conduttore. Per quanto riguarda i 10 A la norma dice che “non è necessario“, ma come ha giustamente osservato, la misura eseguita con elevata corrente fornisce un valore più preciso, ripetibile e affidabile: a Lei la scelta!

Valutazione del rischio e locali medici assimilati

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~DUna attività di “centro estetico” che offre solo sauna e idromassaggi, è sempre classificabile come luogo ad uso medico? Preciso che non hanno strumenti elettromedicali e non offrono altri servizi.
E’ da evidenziare che nello stesso stabile, ma in ambienti completamente separati e condotta da una diversa ditta, è presente un altro centro estetico che invece offre servizi con macchine e strumenti con parti applicate e classificato come luogo ad uso medico.
Inoltre: le strumentazioni utilizzate, se non classificate come “elettromedicali”, possono far ritenere che l’attività sia “un luogo ad uso medico”, ovvero, solo l’uso di apparecchiature elettromedicali classificate inducono la classificazione del luogo?
Grazie.

Mario Di Bari via form

~RUn locale con sauna e idromassaggio non deve essere automaticamente classificato come locale medico. Può fare riferimento, in estrema sintesi, al diagramma di flusso seguente (facendo riferimento, in sede di valutazione del rischio, ai manuali di uso e di manutenzione dei costruttori dei dispositivi):

000

 

Collegamenti equipotenziali e zona paziente

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~DIn un ambiente veterinario è presente un tavolo di radiologica (RAD) portatile a spina da 16A.. Il tavolo, di struttura metallica, non è collegata al nodo di terra e l’unita radiologica portatile è fissata, con suo supporto dedicato, su un palo di sostegno saldato alla struttura stessa del tavolo.
Necessita il tavolo di collegamento equipotenziale? Essendo una unità portatile e non una unità fissa, quale area di rispetto devo considerare visto che potrebbe essere spostata?

Filippo Bianchi via form

~RIl collegamento equipotenziale della struttura metallica del tavolo al nodo equipotenziale è richiesto, come sempre, se la parte metallica è una massa o una massa estranea (dubito). La zona paziente si estende dal paziente (appunto) e non dall’apparecchiatura:

figura 3

Nodo equipotenziale locale medico: va bene così?

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~DIn un quadretto prese di zona all’interno di un locale di gruppo 1 vengono poste tutte le terre su una morsettiera formata da morsetti per barra din.
Questi ultimi sono interconnessi tra di loro con delle giunzioni apposite che si trovano in commercio, realizzate per rendere equipotenziale tutta la morsettiera (si veda la foto allegata a fondo pagina*).

Dobbiamo considerarla come un sub nodo o a causa delle interconnessioni diventano più e più sub nodi?

Stefano Fasolato via form

~RLa soluzione in foto risulta idonea “come nodo”. Le masse e le masse estranee del locale unitamente al PE dell’impianto vengono rese equipotenziali coerentemente con le richieste della sezione 710 della Norma CEI 64-8.

710.413.1.2.2.1 Nodo equipotenziale
In ciascun locale medico di gruppo 1 e di gruppo 2, deve essere installato un nodo equipotenziale al quale siano collegate le seguenti parti:
se situate o se possono entrare nella zona paziente;
– masse (conduttori di protezione);
– masse estranee (conduttori equipotenziali);

inoltre:
– se installate, schermature metalliche contro le interferenze elettromagnetiche;
– eventuali griglie conduttrici nel pavimento.
NOTA 1 Questa ultima connessione può essere evitata nel caso in cui, a causa della stessa, si formi una spira verso terra. Inoltre deve essere collegato al nodo equipotenziale l’eventuale schermo metallico del trasformatore di isolamento.
La sezione nominale dei conduttori equipotenziali non deve essere inferiore a 6 mm2 in rame.
NOTA 2 Si raccomanda di collegare i tavoli operatori, a posa fissa e non elettrici, al conduttore equipotenziale, a meno che essi non siano destinati ad essere isolati da terra.

e

710.413.1.2.2.4 Posizionamento del nodo equipotenziale
Il nodo equipotenziale deve essere posto entro o vicino al locale medico e deve essere collegato
al conduttore principale di protezione, con un conduttore di sezione almeno equivalente a quella
del conduttore di sezione più elevata collegato al nodo stesso. Le connessioni devono essere
disposte in modo che esse siano chiaramente identificabili ed accessibili e in grado di essere
scollegate individualmente.

 

*

nodo equipotenziale


Locali medici, retroattività e valutazione del rischio

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~DBuongiorno,
volevo chiedere informazioni riguardo ad un’affermazione fatta da un cliente il quale mi dice che l’adeguamento a norma degli impianti di emergenza e sicurezza non è obbligatorio in quanto prevale la retroattività della norma vigente all’epoca dell’installazione. Preciso che si tratta di Impianti degli anni 90 presenti nel settore Ospedaliero dove sono presenti, ad esempio, lampade di emergenza con accensione manuale tramite interruttore posto in locale caposala, un solo UPS per l’alimentazione di sale operatorie e rianimazione etc.

Matteo Carraro via form

~RLa retroattività è la capacità di una Norma di estendere la sua efficacia anche al tempo precedente a quello della sua emanazione o della sua entrata in vigore. I documenti normativi del CEI non sono mai retroattivi e si applicano in caso di nuove realizzazioni o di rifacimenti di impianti esistenti.
Nei casi in cui si ritiene indispensabile adeguare gli impianti esistenti interviene il legislatore (o l’authority) con provvedimenti specifici. Per questo motivo è sempre più raro che il CEI faccia riferimento agli impianti esistenti nei documenti normativi.
Il caso dei locali medici è emblematico: la quinta edizione della Norma CEI 64-8 (all’epoca venne ritirata la 64-4 “Impianti elettrici nei locali adibiti ad uso medico” e introdotta la sezione 710 nella 64-8), riportava:

“gli impianti già realizzati, o in corso di realizzazione, secondo la Norma CEI 64-4 sono ritenuti ugualmente idonei ai fini della sicurezza”.

Trattandosi di un luogo di lavoro il responsabile sanitario dovrà valutare se il rischio correlato all’esercizio di un impianto “vecchio” (valutando ovviamente condizioni di manutenzione e norme procedurali, considerando i rischi per i pazienti) è accettabile o meno, assumendosene la responsabilità.

Controlli di manutenzione nei locali medici: quali requisiti?

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~DIn base alla Norma CEI 64-8 V2 sez 710.6 le verifiche nei locali di gruppo 1 e 2 devono essere effettuate da un tecnico qualificato. Sono un elettricista installatore elettromeccanico, con diploma di qualifica statale e sono in possesso della lettera A – B e G in base al decreto 37/08. Nel corso degli anni ho frequentato corsi sia sugli impianti elettrici in generale che sulle verifiche di sicurezza degli impianti elettrici e delle apparecchiature in locali medici di gruppo 1 e 2.
La mia domanda consiste nel capire se posso effettuare questo tipo di verifiche, dato che devono essere effettuate da un tecnico qualificato, o se devo essere iscritto ad una associazione di tecnici verificatori.

Lorenzo Cristofoletti via form

~RPuò effettuare i controlli di manutenzione richiesti nei locali medici secondo Norma CEI 64-8 (710.6) e DLgs 81/08 art.86. Le modalità di prova sono quelle descritte dalla Guida CEI 64-14, che attualmente è in revisione al CEI.

Convegno NT24 a Bergamo sui locali medici – 11 ottobre 2017

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llo scopo di aggiornare i professionisti e gli operatori del settore NT24 ha organizzato un incontro tecnico dal titolo “Classificazione, progettazione, verifica e manutenzione dei locali medici” nel quale verranno trattati i seguenti argomenti:
- Prescrizioni per impianti elettrici in luoghi a maggior rischio in caso di incendio;
- Le novità introdotte nella sezione 710 della Norma CEI 64-8: cosa è cambiato nel tempo;
- La nuova Specifica Tecnica CEI 64-21;
- Problemi progettuali e possibili soluzioni;
- Verifiche iniziali e periodiche di manutenzione.

L’evento si svolgerà il giorno 11 ottobre 2017 dalle ore 8:30 presso l’auditorium Lucio Parenzan dell’ospedale Papa Giovanni XXIII in Bergamo, Via Martin Luther King, loc. “Trucca”. La partecipazione all’evento è gratuita, l’iscrizione è obbligatoria e deve pervenire entro il 6 ottobre 2017.

L’evento è stato organizzato con la collaborazione del Collegio dei Periti e dell’Ordine degli Ingegneri di Bergamo , con il patrocinio del Collegio dei Periti di Milano e Lodi.
La partecipazione è gratuita, grazie al supporto degli sponsor Gewiss, BBimpianti, Cervino, Linergy, Power Misure, Termigas e dà diritto all’attribuzione di n. 6 crediti formativi per periti industriali e di n. 3 crediti formativi per ingegneri. Il convegno ha inoltre valenza di aggiornamento per RSPP di 4 ore.”. Ogni partecipante riceverà una copia del “Registro dei controlli di manutenzione – Locali medici” edito da NT24. Scarica la LOCANDINA in formato .pdf

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REGISTRAZIONE

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La registrazione – gratuita e obbligatoria – va effettuata entro il 6 ottobre 2017 al link:REGISTRAZIONE

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COME RAGGIUNGERE LA SEDE DELL’EVENTO

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IN AUTOMOBILE
Dal casello di Bergamo
L’Ospedale Papa Giovanni dista dal casello di Bergamo dell’autostrada A4 circa 3 chilometri e mezzo. All’uscita dell’autostrada, in prossimità della rotonda, prendi la terza uscita e imbocca lo svincolo in direzione Treviglio/Milano/Lecco/Como. Alla rotonda prosegui dritto in direzione Lecco/Como/Milano. Imboccata la SS671, mantieni la sinistra al bivio e poi prendi l’uscita verso Curnasco/Treviolo/Lallio. Svolta a destra in Via per Curnasco e poi subito a sinistra imboccando Via Martin Luther King. L’Ospedale Papa Giovanni XXIII si trova sulla sinistra. Per accedere svolta a sinistra alla prima rotonda.

Dal casello di Dalmine
All’uscita dell’autostrada, alla rotonda prendi la prima uscita e imbocca la SS525. Prosegui per circa 3,7 km, dopodichè svolta a sinistra e imbocca via S. Ambrogio. Continua su via A. Cavalli, seguita da via Martin Luther King.

Dal Centro Città
Prendi Via Pietro Paleocapa, continua su Via San Giorgio e alla rotonda prendi la terza uscita, imboccando Via Caniana. Al termine della via, gira a sinistra e imbocca Via Moroni. Svolta quindi a destra in Via Sant’Ambrogio e prosegui dritto in Via A. Cavalli. Svolta a destra, immettendoti in Via Martin Luther King. L’Ospedale Papa Giovanni si trova sulla sinistra. Per accedere svolta a sinistra alla prima rotonda.

IN AUTOBUS DA BERGAMO
L’ospedale Papa Giovanni XXIII è servito dagli autobus ATB della linea 2.
Da Porta Nuova: fermata in viale Papa Giovanni XXIII di fronte alla Chiesa delle Grazie in direzione Ospedale.
Dalla stazione: fermata posta di fronte al bar della Stazione Autolinee in direzione Ospedale.

IN TRENO
L’Ospedale Papa Giovanni dista dalla Stazione Ferroviaria di Bergamo circa 5 chilometri. In prossimità transita la linea 2 dell’ATB.
Guarda il percorso sulla mappa

IN AEREO
L’Ospedale Papa Giovanni XXIII dista:
dall’Aeroporto “Il Caravaggio” di Orio al Serio (Bergamo) 7.2 km
dall’Aeroporto di Milano Linate 47.9 km
dall’Aeroporto di Milano Malpensa: 89.4 km
dall’Aeroporto “Valerio Catullo” di Verona Villafranca: 110 km
Dall’Aeroporto di Orio al Serio è possibile raggiungere l’Ospedale Papa Giovanni XXIII prendendo gli autobus della linea 1 fino alla stazione e poi quelli della linea 2 dalla stazione all’ospedale.

Da Milano Linate è possibile raggiungere l’Ospedale Papa Giovanni XXIII prendendo l’autobus dell’ATM Linate Air Bus, che collega l’aeroporto di Linate alla stazione centrale di Milano, e qui:
gli autobus Terravision, che collegano la stazione centrale di Milano con la stazione di Bergamo
l’Autostradale, che collega la stazione centrale di Milano con l’aeroporto di Orio al Serio
il treno verso la stazione di Bergamo
Dall’aeroporto di Milano Malpensa è possibile raggiungere l’Ospedale Papa Giovanni XXIII prendendo l’autobus Orio Shuttle, che collega lo scalo di Malpensa con la stazione di Bergamo oppure l’autobus Terravision che collega Malpensa con la stazione centrale di Milano (vedi sopra i collegamenti tra la stazione centrale di Milano con la stazione di Bergamo)

Dall’aeroporto di Verona è possibile raggiungere in treno l’Ospedale Papa Giovanni XXIII, partendo dalla stazione ferroviaria di Verona Porta Nuova, collegata alla scalo veronese da un servizio giornaliero di Navetta/Aerobus.

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PARCHEGGI

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La struttura è dotata di tre parcheggi esterni: quello Nord, quello Est e il multipiano, detto Sud, che si sviluppa su 4 livelli, di cui 3 fuori terra. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito di Bergamo Hospital Parking S.p.A. azienda che ha progettato e realizzato i parcheggi a servizio dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII e che si occupa della loro gestione. Le altre aree di parcheggio adiacenti alla struttura sono zona disco orario (1 o 3 ore) per cui le sconsigliamo.

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RISTORAZIONE

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All’interno della struttura sono presenti tre bar e il ristorante “la marianna”. Tutte le info:
Bar “Caffè delle torri” - zona “piastra” Piano 0
Bar “Street Cafè” – zona “corpo intermedio” Piano 0
Bar – Ristorante “La Marianna” – zona “appendice sud” Piano 0
A cinque minuti di automobile si trova il centro commerciale Auchan con ulteriori bar e un ristorante giapponese.

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LOCANDINA

Scarica la locandina in formato .pdf

Locali medici: TN-C almeno fino al QGBT

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~DPerché non viene utilizzato il sistema di alimentazione TN-C, fra le linee di connessione del quadro generale in cabina di trasformazione ed i quadri dei reparti, quando le linee non attraversano locali medici, o con pericolo di incendio o di esplosione? Usare solo il sistema TN-S non è un’impropria consuetudine ?

Per. Ind. Enzo Alborghetti

~RRichiamiamo, per chiarezza, l’articolo 710.312.2 della variante V2 alla 64-8 ed il relativo commento (in corsivo).

710.312.2 Modi di collegamento a terra
Il sistema TN-C non è ammesso nei locali medici, di gruppo 1 e 2, e negli edifici ad uso medico, a valle del quadro di distribuzione principale.
Per edificio ad uso medico si intende un edificio destinato a contenere prevalentemente locali medici.

Quindi il normatore non esclude che a monte del quadro di distribuzione principale si possa utilizzare il sistema TN-C.
Bisogna però valutare se a monte di tale quadro l’impianto di distribuzione non transiti in luoghi definibili a maggior rischio in caso d’incendio. In tali luoghi è comunque vietato il sistema TN-C.
Si lascia alla valutazione del progettista se l’uso del sistema TN-S possa essere ritenuta una impropria consuetudine.
Si rammenta solo che il sistema TN-C, sino a ieri tipico della tecnologia impiantistica Tedesca, è addirittura vietato in Norvegia per tutti gli impianti utilizzatori negli edifici ed è vietato in tutto il mondo laddove viene richiesto il massimo standard di sicurezza (vedi ATEX).

Ha risposto per NT24
Prof. Giuseppe Cafaro

Locali medici: protezione delle prese e selettività

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~DNel comparto operatorio a che serve l’interruttore abbinato ad ogni singola presa, sia a parete che nei testaletto, se è sempre ON? E quando automatico, non è selettivo con il generale a monte di tutte le prese?

Per. Ind. Enzo Alborghetti

~RL’articolo 710.55.3 raccomanda che le prese a spina nei locali di gruppo 2 destinati al trattamento dei pazienti (testa-letto), alimentati da sistema IT-M, siano disposti su due circuiti indipendenti protette individualmente o a gruppi (almeno due) contro le sovracorrenti.
Nel caso si utilizzi una protezione differenziale con corrente differenziale non superiore a 30 mA, si deve valutare il numero massimo di prese protette.
In realtà nel caso dei sistemi IT-M la disposizione di un interruttore differenziale, o meglio magnetotermico differenziale, per ogni presa o per ogni gruppo del medesimo testa letto consente di selezionare il guasto doppio a terra senza necessità di verifica l’impedenza d’anello di guasto.
Con riferimento alla selettività tra protezioni si rammenta che l’articolo 710.535.1 richiede di garantire la selettività tra dispositivi di protezione, per quanto possibile. E’ abbastanza semplice garantire la selettività per la protezione da sovraccarico lo è molto meno per il corto circuito, soprattutto in presenza di un trasformatore di potenza ridotta.
In ogni caso per la selettività da corto circuito bisogna necessariamente affidarsi alle tabelle dei manuali del costruttore e, quindi, installare interruttori della medesima casa costruttrice. Infine il fatto che l’interruttore sia sempre in posizione di ON è poco significativo rispetto alla funzione che devono svolgere.

Ha risposto per NT24:
Prof. Giuseppe Cafaro

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